Dengen Chronicles now available in Chrome Web Store

dengenchronicles:

Wouldn’t it be great if you were provided with a new tool to get Dengen Chronicles at your fingertips? We thought it would be so great!

So head on over to the Chrome Web Store and download our app.

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If you love Dengen Chronicles, you may consider to give us five stars! 😉
 
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There’s no improvement without constructive criticism.

The five reasons freemium sucks (according to QWOP’s developer)

Il Game Designer Bennett Foddy di QWOP e GIRP elenca 5 motivi per cui il modello di business free-to-play “sucks“…

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Interessanti osservazioni ma che non condivido. Più che critiche le tratterei come una sorta di checklist di “cose da non fare” quando si progetta e sviluppa un gioco free-to-play.

link all’articolo: The five reasons freemium sucks

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Analizziamo nel dettaglio i 5 punti:

They’re pay not to play, really. Il paywall è uno dei problemi principali in un gioco free-to-play, MAI inserire un paywall che costringe l’utente dopo pochi livelli a dover pagare per progredire nel gioco, questo causerebbe un alto tasso di abbandono dopo i primi livelli e un abuso della parola free-to-play per il proprio gioco.

There’s no level playing field. Favorire i giocatori paganti è dovuto, non per altro hanno pagato per ottenere un vantaggio. Questo però non significa che un giocatore pagante compra il pulsante “hai vinto”. Il gioco deve permettere accelerazioni, più sessioni di gioco, accesso a contenuti esclusivi, personalizzazioni, ecc… ma mai rendere più facile la vittoria nei confronti di un giocatore non pagante.

It corrupts the experience. Questa forse è l’unica più condivisibile, un giocatore pagante, che spende molto, potrebbe compromettere il piano di engagement che i designer avevano pensato per il gioco. Questo però può essere regolato attraverso altre dinamiche e limiti imposti, come può essere la classica “energia” utilizzata per limitare alcuni comportamenti.

There’s an irreconcilable conflict. Stesso discorso fatto prima, il design del gioco non deve essere compromesso dal fatto che un giocatore sia pagante o meno, semplicemente per il non pagante deve essere leggermente più difficile raggiungere gli stessi obbiettivi del pagante.

The Future of Games as a Service

Un interessante articolo su Gamasutra elenca una serie di regole da seguire per lo sviluppo di un gioco free-to-play.

I giochi free-to-play diventano sempre più diffusi e i “games as a service” diventeranno presto il modello di business più comune per tutti i giochi (sempre con qualche eccezione).

Il team di Proletariat (società basata a Boston che vanta la presenza di 5 soci fontadori provenienti da Zynga, Harmonix, Turbine e Insomniac) inizia lo sviluppo di giochi F2P fin dagli albori del nuovo millennio. In tutti questi anni il team si è fatto le ossa in questo settore e proprio il CEO scrive questi consigli, una sorta di regole, da tenere bene a mente nella progettazione di un F2P.

Il post esordisce con un importante premessa da tenere bene a mente: tutti i giochi sono diversi, queste regole potrebbero non applicarsi al vostro gioco, alla vostra azienda, alla vostra piattaforma o al vostro prodotto. Queste sono idee che hanno funzionato in passato, ma non sono l’unico modo per fare giochi F2P.

link all’articolo: The Future of Games as a Service